Cercare l’unità: un impegno per tutto l’anno

La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assume quindi un significato simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e Costituzione nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.

 

Consapevoli di una tale flessibilità nella data della Settimana, incoraggiamo i fedeli a considerare il materiale presentato in questa sede come un invito a trovare opportunità in tutto l’arco dell’anno per esprimere il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso.

 

Adattamento del testo

Il testo viene proposto con l’avvertenza che, ove possibile, sia adattato agli usi locali, con particolare attenzione alle pratiche liturgiche nel loro contesto socio-culturale e alla dimensione ecumenica.

 

In alcune località già esistono strutture ecumeniche in grado di realizzare questa proposta, ma ove non esistessero se ne auspica l’attuazione.

Utilizzo del testo

  • Per le chiese e comunità cristiane che celebrano la Settimana di preghiera in una singola liturgia comune viene offerto un servizio di culto ecumenico.
  • Le chiese e comunità cristiane possono anche inserire il testo della Settimana di preghiera in un servizio liturgico proprio. Le preghiere della celebrazione ecumenica della parola di Dio, gli “otto giorni”, nonché le musiche e le preghiere aggiuntive possono essere utilizzate a proprio discernimento.
  • Le comunità che celebrano la Settimana di preghiera in ogni giorno dell’ottavario, durante la loro preghiera, possono trarre spunti dai temi degli “otto giorni”.
  • Coloro che desiderano svolgere studi biblici sul tema della Settimana di preghiera possono usare come base i testi e le riflessioni proposte negli “otto giorni”. Ogni giorno l’incontro può offrire l’occasione per formulare preghiere di intercessione conclusive.
  • Chi desidera pregare privatamente per l’unità dei cristiani può trovare utile questo testo come guida per le proprie intenzioni di preghiera. Ricordiamo che ognuno di noi si trova in comunione con i credenti che pregano nelle altre parti del mondo per costruire una più grande e visibile unità della Chiesa di Cristo.

 

Il tema per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2018

Oggi i cristiani dei Caraibi, appartenenti a diverse tradizioni, vedono la mano di Dio nella fine della schiavitù. L’esperienza dell’opera salvifica di Dio che porta la libertà è seme di unità.  Per questo motivo la scelta del cantico di Mosè e di Miriam (Esodo 15, 1-21) quale tema per la Settimana di preghiera 2018 è sembrata molto appropriata. È un canto di trionfo sull’oppressione. Questo tema è stato trasposto in un inno intitolato The Right Hand of God(La mano di Dio), scritto durante un workshop della Conferenza delle chiese dei Caraibi nell’agosto del 1981, che è divenuto un “inno” del Movimento ecumenico nella regione e che è stato tradotto in diverse lingue.

 

Come gli Israeliti, anche le popolazioni caraibiche hanno il loro canto di vittoria e di liberazione da cantare ed è un canto che li unisce. Non di meno, alcune sfide contemporanee ancora costituiscono una minaccia di nuova schiavitù e una minaccia contro la dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. Sebbene la dignità umana sia inalienabile, tuttavia essa viene spesso oscurata sia dal peccato personale che da strutture sociali di peccato. Nel nostro mondo, segnato dal peccato, troppo spesso le nostre relazioni sociali mancano della dovuta giustizia e compassione che onorano la dignità umana. Povertà, violenza, ingiustizia, tossicodipendenza, pornografia, e il dolore, la tristezza, l’angoscia che vi fanno seguito sono esperienze che distorcono la dignità umana.

 

Molti dei problemi che affliggono le popolazioni caraibiche oggi sono eredità del passato coloniale e della tratta degli schiavi. Questa ferita a livello collettivo si manifesta in problemi sociali legati sia a bassa autostima, sia all’esistenza di bande e di violenza domestica, e danneggia le relazioni familiari.  Sebbene siano un retaggio del passato, queste realtà sono anche esacerbate dalla situazione contemporanea che molti chiamerebbero neo-colonialismo. Nelle attuali circostanze, infatti, sembra quasi impossibile per molte nazioni di questa regione uscire fuori dalla condizione di povertà e di debito. Inoltre, in molti luoghi, è rimasto un contesto legislativo che continua ad essere discriminatorio.

 

La mano di Dio che condusse il popolo fuori dalla schiavitù, dando continua speranza e coraggio agli Israeliti, continua a infondere speranza ai cristiani dei Caraibi. Essi non sono vittime delle circostanze. Nel testimoniare questa comune speranza le chiese lavorano insieme nel servizio a tutte le popolazioni della regione, ma particolarmente ai più vulnerabili e negletti; come nelle parole dell’inno: “La mano di Dio semina la terra; essa pianta semi di libertà, speranza e amore”.

Fonte: www.vatican.va

ALLEGATO: SUSSIDIO CELEBRAZIONI SETTIMANA