Una breve riflessione di Davide, seminarista

È stato strano ieri guardare la messa in tv. Mi è tornata in mente la domanda che padre Emilio mi ha fatto qualche mese fa: che senso ha l’eucarestia per la tua vita? Non è stato facile rispondere, come ieri non è stato facile pregare. Per chi è ammalato, o in situazioni eccezionali come quella di questi giorni, tv e internet sono un grande aiuto. Eppure non è la stessa cosa. Non è solo questione che dal vivo è più bello, più coinvolgente, come per uno spettacolo. È che nella messa avviene qualcosa, fuori e dentro di noi. È come se fossimo anche noi, lì, nel cenacolo, a sperimentare la presenza viva del Dio vivente, a toccare con mano il suo corpo che si dona a noi: “così la nostra vita si trasforma nella sua vita” diceva ancora padre Emilio.
In questi giorni di “digiuno” forzato penso a quando arrivo a messa stanco, distratto o di corsa perché poi ho tante cose da fare; quando ci vado svogliato o perché bisogna; quando sono tentato di non andarci perché in fondo dai, cosa vuoi che sia… E il Signore è lì, ad aspettarmi, a invitarmi a mensa come ha fatto quella sera con i suoi amici: “Davide, ho tanto desiderato mangiare questa pasqua con te! Ho tanto desiderato…”
Ma allora esserci o non esserci non fa differenza solo per noi, ma anche per Dio? Credo proprio di sì: non siamo solo chiamati. Dio ci desidera.
– Davide, seminarista